Cultura a Roma: Gianluca Pietrucci lancia l’allarme e propone soluzioni innovative

Roma, la città eterna, ha da sempre rappresentato un simbolo di cultura, arte e storia. Tuttavia, dietro i maestosi monumenti e le antiche rovine, si nascondono molteplici criticità che minano il tessuto culturale e sociale della capitale italiana. A gettare luce su queste questioni è Gianluca Pietrucci, imprenditore romano che si è distinto per il suo impegno nel promuovere una visione innovativa per la valorizzazione della cultura nella città.

In un’intervista esclusiva, Pietrucci ha sollevato una serie di problematiche che affliggono il panorama culturale di Roma e ha delineato proposte concrete per un cambiamento radicale. Uno dei punti focali del suo intervento è la necessità di una pianificazione innovativa, capace di superare gli ostacoli burocratici e politici che hanno a lungo impedito lo sviluppo armonioso della cultura romana.

Una delle criticità principali individuate da Pietrucci è l’età avanzata della città, non nel senso di antichità, ma nell’incapacità di adattarsi alle esigenze e alle dinamiche del mondo contemporaneo. “Roma non ha una mentalità da capitale Europea/Mondiale”, afferma Pietrucci, sottolineando come sia necessario un cambio di prospettiva per collocare la città nel contesto globale.

Una delle accuse più gravi mosse dall’imprenditore riguarda l’abuso e lo sperpero di denaro pubblico da parte della classe politica. Fondi destinati alla valorizzazione della cultura e al miglioramento delle infrastrutture sono stati spesso utilizzati in modo inefficace, lasciando la città in uno stato di degrado evidente.

La burocrazia rappresenta un altro ostacolo significativo. Pietrucci denuncia il lento e inefficiente apparato burocratico presente negli uffici comunali e nella sovrintendenza ai beni archeologici, che ostacola la realizzazione di progetti culturali e rallenta il processo di riqualificazione urbana.

Il degrado urbano e la criminalità sono fenomeni strettamente legati all’abbandono di determinate aree della città. Pietrucci sottolinea come la mancanza di interventi mirati possa favorire la crescita di fenomeni criminali, danneggiando ulteriormente il patrimonio culturale e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.

Un’altra critica mossa riguarda l’assenza di segnaletica e informazioni chiare per i turisti, sia sul territorio che sui siti web istituzionali del Comune di Roma. Questo ostacola la fruizione dei beni culturali e riduce l’attrattività della città per i visitatori stranieri.

Infine, l’imprenditore romano propone un approccio educativo più incisivo, che includa l’insegnamento obbligatorio dell’inglese fin dall’asilo materno e l’estensione dell’obbligo scolastico fino alle scuole superiori. Secondo l’imprenditore, investire nell’istruzione linguistica è fondamentale per favorire l’apertura al dialogo e la comprensione reciproca tra culture diverse.

Il dito è puntato anche su specifiche criticità di settore, tanti proclami ma poi ci si ritrova con grandi strutture architettoniche di pregio abbandonate a se stesse al degrado ed all’incuria.

“Roma – spiega Pietrucci – deve riscoprire una mentalità da capitale europea, troppi sperperi di denaro pubblico non hanno prodotto nulla.  ma oltre a ciò si deve pensare al recupero del patrimonio esistente, dando spazio alla socialità”.

I NUMERI DELL’ABBANDONO!

A Roma – prosegue Pietrucci –  abbiamo 30 e più musei chiusi, 10 e più palazzi d’ epoca in abbandono, 280 chiese scomparse e/o diventate sconsacrate , 100 e più cinema chiusi e/o cambio destinazione uso, 30 e più teatri chiusi,50 e più casali d’ epoca in abbandono, 2 castelli d’ epoca in abbandono, 20 e più tra scuole ed asili chiuse e/o mai aperte, 30 e più parchi archeologici in stato d’ abbandono, 50 e più fontane artistiche in stato d’ abbandono, 10 e più monumenti artistici in stato d’ abbandono , 1 auditorium in stato di abbandono!”

In chiusura  solleva il sospetto che il degrado culturale di Roma possa essere voluto da alcuni settori che non vogliono che la popolazione si evolva. Una provocazione che invita a riflettere sulle responsabilità e sulle potenzialità ancora inespresse della città eterna.

In conclusione, le parole di Gianluca Pietrucci richiamano l’urgenza di un cambiamento radicale nel modo in cui viene gestita e valorizzata la cultura a Roma. Solo attraverso una pianificazione innovativa, un impegno concreto e una maggiore partecipazione dei cittadini sarà possibile preservare e valorizzare il ricco patrimonio culturale di questa straordinaria città.

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