Calo vertiginoso delle nascite, Pietrucci: “urge detassazione, guardare al modello russo”

"solo tra mie conoscenze personali, contate almeno 60 persone di età compresa tra 40 e 70 anni sono senza figli"

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Roma – In Italia la diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). E’ quanto emerge dai rapporti Istat. Giovani coppie sono spesso colpite da precarietà lavorativa, accesso limitato al mercato immobiliare e costi elevati per l’educazione dei figli. Questi fattori inducono molte coppie a posticipare la decisione di avere figli o addirittura a rinunciarvi. 

Il declino delle nascite è diventato una delle sfide più urgenti per molte società moderne, tra cui l’Italia. Recentemente, l’imprenditore romano Pietrucci ha sollevato la questione, suggerendo che una possibile soluzione possa essere ispirata al modello russo, caratterizzato da politiche di sostegno alla genitorialità radicalmente diverse.

Pietrucci ha enfatizzato come l’elevata pressione fiscale in Italia sia uno dei principali ostacoli all’aumento delle nascite. Le tasse eccessive, afferma, limitano la capacità delle famiglie di assumere personale aggiuntivo o di offrire contratti di lavoro stabili e adeguati. Inoltre, la mancanza di un salario minimo garantito e di un’assistenza sanitaria adeguata aggiunge ulteriori difficoltà finanziarie alle famiglie che considerano l’idea di avere figli. Pietrucci ha anche evidenziato il peso dei costi elevati dei mutui e degli affitti, che possono scoraggiare le famiglie dall’espandere la propria dimensione.

A contrasto, il modello russo presenta politiche di incentivo alla natalità che potrebbero essere fonte di ispirazione. In Russia, ad esempio, per ogni figlio nato, le famiglie ricevono un sostegno finanziario finalizzato all’istruzione universitaria o all’acquisto di una casa a nome del figlio stesso. Questo tipo di incentivo non solo allevia il peso finanziario delle famiglie, ma crea anche un futuro più stabile e sicuro per i bambini. Inoltre, per il terzo figlio, le famiglie ricevono addirittura la concessione di una casa in campagna, promuovendo la crescita delle famiglie e la riduzione dell’esodo dalle aree rurali.

Questa politica, sostiene Pietrucci, non solo aiuta le famiglie a superare le difficoltà finanziarie legate alla genitorialità, ma potrebbe anche avere un impatto positivo sull’economia nel lungo termine. Più nascite significano una popolazione più giovane e dinamica, con il potenziale di sostenere la crescita economica e affrontare sfide come l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione della forza lavoro.

Tuttavia, anche se il modello russo offre un esempio interessante, è importante adattare le politiche alla realtà e alle esigenze specifiche dell’Italia. Ciò potrebbe richiedere un approccio personalizzato che tenga conto delle peculiarità socio-economiche del paese.

In conclusione, il dibattito sull’incentivazione delle nascite in Italia è diventato urgente, e le proposte come quelle avanzate da Pietrucci offrono spunti di riflessione importante. Sia la detassazione che le politiche di sostegno finanziario possono rappresentare passi significativi verso un cambiamento positivo, fornendo alle famiglie il supporto di cui hanno bisogno per affrontare le sfide della genitorialità e stimolando la crescita demografica nel lungo periodo.

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